14mm ƒ/4 C&D Dreamer Zero-D DSLR

Paesaggio, Close-UP ed architettura all'ennesima potenza!

è un onore e rinnovato piacere poter mettere le mani su un nuovo prodotto Laowa (trovi la precedente recensione qua)

Nella bolgia di lenti disponibili per mirrorless, fra cui Laowa stessa compete con diversi modelli, la casa della rana anziana ha deciso di non dimenticarsi dei cari utenti che ancora possiedono il sistema REFLEX per scelta (forzata o meno) e, dunque, di tirar fuori una lente che apparentemente lascia un pò basiti sotto diversi aspetti... ma ormai, per fama e caratteristiche delle lenti Laowa, sappiamo più che bene che nulla è dato per scontato.

Eh si: tra obiettivi grandangolari macro, superluminosi, superwide zero distortion, sonde, tilt-shift, ultramacro e così via, Laowa ha SEMPRE innovato portando l'accessibilità di prodotti Professionali alle tasche... non proprio di chiunque ma riuscendo ad offrire una validissima alternativa tra l'ottica superdiffusa e conveniente e l'ottica destinata ai Professionisti ma che sicuramente si fa pagare soldoni: la via di mezzo!
Il Laowa 14mm in questione? Segue alla lettera tutto questo e ti anticipo: non delude, assolutamente, anzi! Prenditi tutto il tempo che serve perché, come ben sai, neanche io lascio nulla al caso e ti spiegherò tutte le peculiarità di questa lente. Pronto?

Specifiche:


Focale 14 mm
Angolo di campo 114.1°
Formato FF, APS-C REFLEX
Apertura Diaframma Max. f/4
Lamelle diaframma 5
Lenti/Gruppi 13 elementi in 8 gruppi
Min. distanza MAF 14.5 cm
Rapporto riproduzione 0.30x
Stabilizzazione No
Focus Manual Focus
Anello treppiede No
Moltiplicatori Non compatibile
Diametro filtri 67 mm Ø
Paraluce In Metallo
Tropicalizzazione No
Peso: 320 g (Canon), 365 g (Nikon)
Dimensioni: 72 x 75 mm


Peculiarità:


Diaframma: soft clicked
Spike star a ƒ/n chiusi: a 10 punte
Distorsione: Zero-D (quasi nulla)
Paraluce: rimovibile
Lenti: 2 ASPH, 2 ED
Scala del fuoco: settabile live, in qualsiasi momento e corpo
Versione Canon: include chip di conferma ƒ/n e motore per controllo diaframmi dal corpo macchina
Versione Nikon: supporta l'anteprima apertura su camera e trasmissione ƒ/n su dati exif

Considerazioni pre-test: Paesaggio e Mini Macro

Da ex possessore dell'unico vero obiettivo grandangolare Macro 1:1, in quanto paesaggista, presi il 15mm proprio per la capacità di ambientare particolari dello scenario ed avere così degli scatti "diversi dal solito". Essendo però una lente indirizzata più su l'utilizzo per macro che per paesaggio, si otterranno delle condizioni di scatto che:

o ti vincolano ad ottenere un bello sfocato cremoso a scatto singolo(e quindi ad immaginare il paesaggio circostante il soggetto stesso);
o ti vincolano ad uno scatto in iperfocale o, ancora più impegnativo, in focus stacking tuttavia evidenziando i limiti della lente non adatta ai paesaggi: evidente distorsione, evidenti stirature ai bordi, evidenti aberrazioni cromatiche... Insomma: il 15mm è un'ottima lente ma che porta a dover sacrificare qualcosa più nel lato "paesaggio" che in quello macro.

Laowa, a mio avviso, ha creato questo 14mm considerando questo aspetto: a noi paesaggisti piace mettere in risalto dei dettagli sul primo piano molto vicini alla macchina fotografica ma ci necessita avere anche il resto di ottima qualità!
La lente, dunque, si pone ad essere unica nel suo genere in grado di coniugare il paesaggio (senza perdite di nitidezza, senza evidenti distorsioni) ed allo stesso tempo in grado di realizzare dei close up (o, come li chiama Laowa, "mini-macro) con un rapporto di riproduzione di 0.3x.

Lente piena di ambizioni, ma come si comporta nei dettagli? SPULCIAMOLA!

Nitidezza

...ma anche aberrazioni cromatiche e comatiche!

"Questa lente è una lama!"... quante volte avrai sentito o letto questa espressione?
Io spesso, ma sarà poi così? Perchè sono tante le volte che si esprimono giudizi sulle prime impressioni o senza prestar subito attenzione a particolari parti del fotogramma.
Ognuno di noi ha dei parametri di valutazione piuttosto approssimativi, per questo come sempre cerco di proporre una serie di test su chart, per avere ben chiaro il piano focale nella sua interezza e poterne estrapolare i fondamentali di giudizio.

in questa immagine si può esaminare l'angolo sinistro del foglio chart preso in esame, ad un ingrandimento del 200% con i vari passaggi di diaframma imposti da Laowa (volendo, con pazienza, si possono settare delle vie di mezzo anche se esse non vengono segnalate come dato).

Cosa possiamo notare?
Beh anzitutto una costanza fra tutta apertura e tutta chiusura diaframma, in tutti i passaggi, davvero molto buona con una nitidezza impressionante per un grandangolo strutturato in questa maniera... fisicamente intendo.
Ho già avuto questo tipo di esperienza con il 9mm apsc in pre lancio tuttavia noto che in questo 14mm la resa a bordo lente è stata migliorata.
In sostanza avremo la possibilità di avere immagini nitide dal centro a bordo frame già a tutta apertura, con un lieve e progressivo raggiungimento di pari qualità fra centro e bordo da circa ƒ/8 fino a ƒ/16, quindi rispecchiando a tutti gli effetti l'utilizzo diurno dell'ottica... tuttavia restituendo ottimi risultati anche ad aperture più ampie. In soldoni ORO per chi fa focus stacking a basse intensità di luce anche senza l'utilizzo di fonti di luce esterne! ADORO,

... ma come ben sai, quest'ottica si pone con delle caratteristiche che vogliono soddisfare il paesaggista più pretenzioso: quello a cui piace scattare da distanze veramente ravvicinate, senza dover per forza fare "focal blending" (ossia mischiare le ottiche per ottenere un risultato "simile" a quello che puoi ottenere con l'utilizzo di una sola lunghezza focale.
E quindi mi sono messo a distanza minima di fuoco dal chart ed ho inquadrato solo il centro di esso. Quello che puoi vedere in questa immagine è una raccolta sempre dell'angolo alto sinistro delle inquadrature del centro del chart ingrandite del 300% e... wow: si conferma quanto detto nella prova "a tutto chart": una minima caduta d nitidezza a tutta apertura recuperata e mantenuta fedelmente fino ad ƒ/22. Questo significa che, anche a distanze minime, il Laowa 14mm è in grado di restituire dettagli davvero impressionanti.

dagli ingrandimenti fatti, sia con fuoco ad oltre 1 metro, sia a fuoco ravvicinato possiamo infine notare come le aberrazioni cromatiche siano piuttosto contenute se non addirittura praticamente assenti. Tuttavia sappiamo benissimo che le aberrazioni cromatiche (ma anche comatiche) "sul campo" hanno un comportamento molto diverso e spesso accentuato. La prova del nove è, come sempre, l'albero in controluce e le superfici metalliche.
Analizziamo, dunque, questi due scatti di prova (che come sempre servono ad analizzare le caratteristiche della lente, tralasciando la bellezza generale della foto),

Mi raccomando, tieni presente che queste foto sono entrambe influenzate (anche se non in maniera drammatica, come puoi vedere) dall'utilizzo dei filtri fotografici, per dare idea anche di come la lente lavori con ottimi filtri di qualità (io uso H&Y) senza la correzione lente (inesistente al momento) e senza la correzione Aberrazione Cromatica e "Margine" di Camera Raw.


Nella prima foto abbiamo il punto di fuoco sui rami in controluce ad ƒ/8 in pieno controluce (anche se in fase calante): possiamo notare la presenza delle aberrazioni cromatiche facilmente rimovibili. Per quanto riguarda la croce abbiamo gli stessi scatti ed abbiamo il soggetto al centro: anche in questo caso vi sono delle aberrazioni cromatiche ed anche in questo caso non abbiamo problemi di rimozione. Entrambi gli ingrandimenti sono del 300%.
In conclusione, per quel che possiamo notare degli estremi bordi, purché essi siano a fuoco, non presentano evidenti problemi di aberrazione comatica tuttavia vi sono degli stiramenti. Riprenderò questo discorso sugli scatti notturni, più in basso.

Bokeh e stacco dei piani

... certo che parlare di queste due caratteristiche in un grandangolo fa un pò strano e solitamente ci si aspetta sempre la solita roba: sfocato (bokeh appunto) nervoso, contrastato, niente di così esaltante e degno di essere messo in risalto. Solitamente, appunto. Perché in questo caso il 14mm della Laowa sorprende anche qua: in modalità close-focus (e quindi mini macro, insomma a distanze ravvicinate) questo è ciò che il Laowa è in grado do restituire: addirittura un bubble bokeh!! (sfocato a bolle)
Anche i contrasti sono ben gestiti e morbidi, questa cosa non è nuova per me visto che il 15 macro ha un diaframma a 14 lame ed è in grado di restituire un qualcosa del genere ma mai mi sarei aspettato una resa simile su questo 14 a 5 lame. Cosa ancor più interessante che viene incontro ai paesaggisti è la qualità proposta se si lavora a diaframmi molto chiusi (ƒ/16 - 22) su di un soggetto molto vicino.

[a dx ƒ/4 a sx ƒ/22]
è chiaro che non possiamo aspettarci una definizione estrema da uno scatto singolo a diaframmi molto chiusi, tuttavia il comportamento della lente è notevole considerando la ridottissima profondità di campo. Questo significa che con pochi scatti dedicati avremo un focus stacking
P-E-R-F-E-T-T-O!

Effetto stella

Il diaframma a 5 lame del Laowa non solo restituisce uno sfocato degno di lunghezze focali molto più lunghe ma è in grado di dare un effetto stella sulle alte luci molto bello da vedere, con ben dieci punte (o spike). In questa foto puoi vedere l'effetto stella sulla luna, chiusura ƒ/8 ma già da ƒ/5.6 riesce a restituire questo effetto.
Il massimo della linearità sulle punte arriva da ƒ/11 in poi.

Zero Distortion

...e qui è doveroso aprire una parentesi che con gli anni e l'esperienza è venuta sempre più a galla (considerando anche un certo gusto personale conseguente all'utilizzo di questo tipo di lenti ed alle foto viste un pò ovunque da altri fotografi): lo Zero Distortion può essere un'arma a doppio taglio un pò come i fisheye... questo tipo di ottica necessita più attenzione in fase di composizione perché se è pur vero che la lente si pone come "praticamente priva di distorsioni in immagine" dall'altra bisogna capire che questo concetto è strettamente legato anche e soprattutto alla propria strumentazione perfettamente in bolla ed assolutamente perpendicolare alla scena che vogliamo fotografare.
Se ciò non accade, enfatizzeremo le linee cadenti... ! Con una lente avente distorsione a "barilotto" non noteremo grandi differenze ai bordi della nostra foto, con una avente distorsione a "cuscinetto" noteremo tantissima differenza, dunque con una lente Zero-D avremo una via di mezzo che tuttavia ci restituirà una stiratura considerevole sugli angoli... ma questa NON è distorsione data dalla lente ma dal suo utilizzo fuori da quegli schemi d'impiego (paesaggio e, specialmente architettura necessitano un punto di presa abbastanza alto di modo da limitare le linee cadenti nella foto..!)
MA... c'è un ma. Cosa succede se usiamo la lente in "mini-macro", ossia molto vicini al soggetto? Inoltre come saranno rappresentate le forme irregolari con un tipo di lente a zero distorsione? Urge una serie di scatti nel dettaglio... vediamoli in ordine.

Appurato che si tratta di una lente praticamente priva di distorsione, ho voluto provare a distanza ravvicinata se la disposizione interna delle lenti va ad influenzare la distorsione. In una lente normale questo avviene, talvolta in maniera molto evidente. Ho tracciato dunque una linea verticale verde perfettamente in angolo retto con il bordo dell'immagine ed una rossa orizzontale sempre perfettamente in angolo retto con il bordo.
L'ho fatto in particolari zone limitrofe al fotogramma poiché c'interessa capire il comportamento della lente ai suoi estremi... ebbene, come potete vedere siamo veramente molto molto vicini allo 0 con una propensione, oserei dire RIDICOLA, alla distorsione a barilotto (le parti cerchiate evidenziano la lievissima bombatura rispetto la linea tracciata). Quindi questa lente si comporterà davvero molto bene in riproduzione della scena fotografica anche nei casi in cui il soggetto a fuoco è estremamente vicino alla lente.
Al di fuori dell'area di fuoco, tuttavia, essa restituisce una distorsione a cuscinetto.



Come si può notare, infatti, in questa ripresa estremamente ravvicinata ed a diaframmi piuttosto chiusi (ƒ/11) la lente riproduce SI, fedelmente, il soggetto tuttavia lo sfondo assume delle distorsioni... non così preoccupanti anzi, sembrano quasi volte a convergere ed enfatizzare la parte a fuoco.

Credo sia doveroso enfatizzare questo aspetto per dare modo a chi vuole interessarsi allo Zero-D di capire che è un sistema che funziona sulle AREE A FUOCO, non "a fuoco apparente" (date dalla chiusura diaframmi e quindi lavorando in iperfocale). In sostanza, dal mio punto di vista, la lente non è solo dedita al paesaggista in generale ma è anche e soprattutto specificatamente pensata e realizzata per il paesaggista che effetua focus stacking ed ha bisogno di rappresentare perfettamente ogni piano focale alla massima definizione, senza distorsioni.

Flare

... un pò come per tutti i Laowa grandangolari, anche il 14 soffre di flare. Sembra ormai quasi scontato.
Considerato anzitutto che ne soffre meno del 15 macro e non ne soffre particolarmente se il sole si trova in prossimità del centro del fotogramma (in foto era sia angolato sia molto forte, inizio golden hour, molto sopra il livello del mare), va come al solito fatta una distinzione importante però: esistono coloro a cui piace sfruttare il flare come effetto luce in foto (a me personalmente non dispiace se contribuisce alla riuscita della foto).

Perciò se sei interessato al Laowa sappi che anche il 14mm in esame non se la scampa da questo fenomeno. In dotazione vi è un paraluce (che non ho testato poiché utilizzo la lente in paesaggio con i filtri) che può aiutare nel limitare questo fenomeno.

Fotografia notturna

... anzitutto va premessa una cosa: comprare una lente come il Laowa (e quindi anche altre come il Voightlander 15 ƒ/4.5 e simili) per poi giudicare male una lente per paesaggio diurno ed architettura solo perché non da la possibilità di fare notturne, a mio avviso, fa passare chiunque non solo come ridicolo ma anche come incompetente. è palese che si otterranno risultati inferiori ad un ƒ/1.8 ma vorrei, con questa sezione d'analisi, sottolineare due o tre cosine.

Anzitutto:

1) si possono scattare fotografie notturne con un ƒ/4? Come puoi vedere da questa immagine a scatto singolo certo che si!

2) ha senso comprare un ƒ/2.8 se questo a tutta apertura è inutilizzabile per nitidezza omogenea e quindi, per avere una resa migliore, dobbiamo chiudere il diaframma almeno ad ƒ/3.5? Mi pare evidente: no.

3) quanto può essere adatto un ƒ/4 in notturna? Ecco.. è qui che si deve approfondire. Vediamolo assieme!

Quando andiamo a scattare una fotografia di paesaggio come questa, solitamente cerchiamo un compromesso fra le parti da mettere a fuoco, altrimenti dovremo necessariamente dedicare due scatti per avere tutto perfettamente a fuoco. In questo caso, dunque, ho cercato di scattare in "iperfocale" (per quanto ad ƒ/4 sia abbastanza arduo parlare di questo...) posizionando il fuoco tra 2 e 5 mt nella scala dell'obiettivo (considerando sia che non ho parti molto vicine al punto di presa che m'interessa abbiano un dettaglio perfetto, sia che il mio interesse è quello di avere i fondamentali delle colline a fuoco). Da quel che si può vedere, nel suo insieme le stelle sono abbastanza omogenee considerando lo scatto nella sua interezza ma, se andiamo a zoomare, notiamo che ci sono delle disparità tra centro e bordo lente (anche se dobbiamo impegnarci un pò, come puoi leggere è un ingrandimento del 300%). Questo quindi ci porta a giudicare la lente "non ottimale per fotografia notturna" anche se comunque buona in resa generale. é giusto? A mio avviso no: di notte non possiamo ottenere tutto perfetto con un solo scatto, neanche con ottiche dedicate, specialmente se decidiamo di lavorare più sul suolo che sul cielo!

Conclusioni!

è innegabile che quest'ottica porti una ventata di freschezza ad un prezzo ragionevole, considerando anche tutta una serie di logiche comportamentali fotografiche, mi sento di consigliare la lente come prima nuova scelta o upgrade per tutti coloro che si sono stancati di lastre da 150 o 170mm, holder dedicati, limitazioni nell'utilizzo, pesi ed ingombri e qualità non proprio eccelsa. Questo è il giusto rimpiazzo - upgrade per voi!

è altresì innegabile che le ampie aperture di diaframma per paesaggio notturno fanno gola ed anche un 3.5 sarebbe stato più gradito, sicuramente, tuttavia la lente come ho ampiamente descritto è decisamente utilizzabile anche di notte ed in grado di restituire immagini di tutto rispetto ed altissima qualità anche a scatto singolo!

Unica pecca: troppi flare, come già siamo abituati in altre lenti Laowa, se la si sceglie dobbiamo imparare a conviverci e domarli!